Ha fatto scalpore la partecipazione del sindaco del Comune di Sorrento alla trasmissione Striscia la Notizia nella qualità di decimo comune ad aver aderito all’iniziativa lanciata dal tg satirico di lotta alla cicca di sigaretta. Il Comune di Sorrento ha infatti potenziato con questo l’azione di prevenzione dotando ad esempio la città di posacenere situati in corrispondenza dei cestini per i rifiuti, o mediante la distribuzione su lidi pubblici e privati di “porta cicche” tascabili. Il cittadino che non compie il proprio dovere abbandonando la cicca della sigaretta appena fumata rischia una sanzione amministrativa con importi che vanno da un minimo di 30 € ad un massimo di 300 €.
Anche se può sembrare un problema di secondaria importanza va invece chiarito che l’impatto dei mozziconi sull’ambiente, sia urbano che naturale, è di notevole importanza. I mozziconi di sigaretta, che imbrattano strade e piazze, infatti non rappresentano solo un problema di decoro urbano, ma anche notevole fonte di inquinamento, trattandosi di veri e propri rifiuti tossici.
La cicca generalmente di forma cilindrica è costituita da un filtro ricoperto di una carta e talvolta anche da residui di tabacco non combusti, qualora il fumatore smetta di fumare prima di aver consumato tutta la sigaretta. Il filtro ha il compito di ostacolare e raccogliere le sostanze prodotte della combustione del tabacco che infatti, produce circa 4000 sostanze chimiche, di cui almeno 50 sono cancerogene.
I costituenti principale dei filtri sono fibre costituite da acetato di cellulosa, un materiale sintetico di natura plastica, oltre a carta e colla; non è considerabile completamente biodegradabile ma riesce unicamente a dissolversi più o meno bene ed in tempi che vanno da un minimo di 5 anni ad un massimo di 10-15 anni, lasciando comunque a dissoluzione avvenuta una “polvere” sintetica di materiale plastico più o meno grande che si disperde nell’ambiente.
Uno studio decennale dell’Università Federico II di Napoli sta esaminando il tempo di degradazione dei mozziconi, e i risultati dei primi due anni di ricerca hanno mostrato che la degradazione dei mozziconi di sigaretta è piuttosto rapida nei primi mesi, quando a degradarsi è la componente esterna cartacea, rallentandosi poi se non addirittura arrestandosi con le fibra di acetato in quanto i microrganismi responsabili della decomposizione non riescono ad attaccare le sostanze di cui è composto.
I problemi, inoltre, si aggravano qualora si consideri non solo il filtro ma anche l’intero mozzicone di sigaretta fumato. Accendere una sigaretta significa, come detto, immettere nell’ambiente più di 4000 sostanze chimiche ad azione irritante, nociva, tossica, mutagena e cancerogena. Una parte di queste sostanze chimiche resta nel filtro e quindi nelle cicche è possibile trovare moltissimi inquinanti quali ad esempio acetone, nicotina, benzene, toluene, benzopireni, fenolo e formaldeide, gas tossici quali ammoniaca e acido cianidrico, composti radioattivi come polonio-210, oltre a metalli pesanti come alluminio, bario, piombo, arsenico, stronzio, nichel, titanio e cadmio
Ricerche hanno dimostrato che dette sostanze chimiche e tossiche rilasciate nelle acque dai mozziconi possono ostacolare le forme di vita sia di microrganismi che di macrorganismi, mentre i filtri più piccoli utilizzati per rollare le sigarette fai-da-te, a causa delle loro dimensioni ridotte, sono più facilmente ingeriti da pesci, uccelli e piccoli animali, e possono provocarne la morte per soffocamento.
Infine la presenza di filtri di sigarette nel terreno riduce il successo della germinazione dei semi e dello sviluppo delle piante, che nel caso del trifoglio è risultata inferiore del 27% mentre la crescita è diminuita del 28%, mentre per l’erba la germinazione e la crescita sono risultate minori, rispettivamente del 10 e del 13%.
Oltre a impatti sull’ambiente notevole è poi l’impatto visivo procurato dalla vista di mozziconi abbandonati, perché nonostante la piccola taglia la loro visibilità è amplificata dalla tendenza ad accumularsi in particolari luoghi. Vengono percepiti come sgradevolissimi simboli di sporcizia e interpretati come sintomi di degrado urbano e paesaggistico. Uno studio quantitativo condotto su un campione di popolazione italiana, basato sulla proposta di un questionario, ha evidenziato che i mozziconi di sigaretta si sono rivelati tra quelli la cui presenza sul suolo pubblico risulta più sgradita, superata solo dalle deiezioni animali.
Va considerato anche che i quantitativi in gioco sono notevolmente elevati; basti pensare che ad esempio, è stato calcolato che, nella sola Svizzera, in un solo anno siano stati raccolti 954 milioni di kg di filtri di sigarette, che va detto rappresenta solo una frazione di quelli realmente abbandonati. Una analoga stima in Australia, quantifica in 24-32 miliardi di cicche abbandonate annualmente nell’ambiente. In Italia, valutazioni dell’ENEA stimano in 13000 tonnellate il peso di mozziconi prodotti ogni anno. Di queste mediamente il 10% circa finisce nei corsi d’acqua e quindi in mare, trasportate facilmente dal ruscellamento in quanto galleggianti. A livello mondiale, si stima che il numero di cicche disperse ogni anno in natura ammonti a 4500 miliardi. In Europa si dovrà ottenere la riduzione dei rifiuti di mozziconi di sigaretta del 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030; si prevede ad esempio di obbligare l’industria del tabacco a pagare per lo smaltimento dei mozziconi o a finanziare progetti di sensibilizzazione.
Una soluzione al problema potrebbe essere quella di realizzare filtri biodegradabili, operazione che però è più difficile del previsto per ragioni economiche in quanto produrre un filtro biodegradabile costa ancora molto più di quanto possa costare la produzione di uno classico. Esistono già aziende che producono filtri costituiti esclusivamente di materiali naturali, quali cotone, canapa e lino, ma con questi costi solo quando diventerà obbligatorio saranno utilizzati filtri naturali e biodegradabili al posto di quelli non biodegradabili.
Inoltre, secondo uno studio dell’Università di Seoul, a partire dai mozziconi di sigaretta può essere prodotto un materiale ad alte prestazioni con cui è possibile realizzare elettrodi innovativi per le batterie; i mozziconi potrebbero pertanto diventare un prodotto riciclabile come materia prima seconda, con notevoli vantaggi economici oltre che ambientali.
In un futuro ridurre notevolmente l’inquinamento da cicche è difficile ma non impossibile; e tutto deve cominciare dalla sensibilità del consumatore che deve iniziare a diventare consapevole che gettare una cicca a terra è un gesto grave e da evitare assolutamente.