Il coronavirus ha provocato la cancellazione di moltissimi voli da e per l’Italia: molte compagnie aeree non vogliono avere a che fare, in questo periodo, con il nostro Paese e così non esitano ad annullare prenotazioni già confermate, lasciando a terra i viaggiatori.Non sempre le cancellazioni sono dovute direttamente a provvedimenti dei Governi o delle Autorità di volo dei vari Stati: spesso sono gli stessi vettori ad eliminare alcune partenze, per evitare di viaggiare in perdita, considerato il calo del flusso dei passeggeri. In questi casi, per le imprese, un aereo fermo costa meno di uno che viaggia semivuoto, fermi gli obblighi di garantire le tratte essenziali. Fino a oggi si pensava che in questi casi ai passeggeri spettasse solo il diritto al rimborso del biglietto di viaggio (pieno e senza alcun costo di cancellazione) ma nulla di più; questo però vale solo nei casi in cui la cancellazione del volo non dipende da una decisione della compagnia aerea ma da “circostanze eccezionali”, indipendenti dalla sua volontà, altrimenti la compagnia non può essere esonerata dall’obbligo risarcitorio. Oltre il rimborso, infatti, c’è molto di più: in base al diritto dell’Unione europea, nei casi di voli cancellati i passeggeri hanno diritto a una compensazione pecuniaria, cioè una sorta di risarcimento forfettario per i disagi subiti a causa del viaggio non fruito. L’importo è consistente: varia tra i 250 ed i 600 euro a seconda delle tratte. C’è pero una proposta autorevole dalla commissaria europea ai Trasporti, Adina Valean che, ha affermato che è in corso “una discussione” per stabilire se l’epidemia di Covid-19 rientra o meno tra le “circostanze eccezionali” che le compagnie aeree possono invocare per evitare di versare al viaggiatore, oltre al rimborso del biglietto, anche la compensazione pecuniaria. Se l’Unione europea dovesse negare all’emergenza coronavirus il carattere di eccezionalità, le società che gestiscono il traffico aereo sarebbero obbligate a riconoscere la compensazione pecuniaria, in aggiunta al rimborso, ai clienti che hanno acquistato il biglietto di volo, ma poi si sono visti annullare la partenza programmata: dunque, centinaia di euro in più. Per ottenere questo risarcimento vige però l’ulteriore regola, secondo cui la compensazione pecuniaria spetta solo se la cancellazione è stata comunicata al viaggiatore a meno di 14 giorni dalla data della prevista partenza.
Intanto molte compagnie aeree stanno cancellando i voli per l’Italia del Nord, a causa del crollo della domanda dovuto all’epidemia di Covid-19.