L’umanità è sotto shock
In poche settimane è cambiato tutto.
Le nostre certezze. Le nostre abitudini. Le nostre relazioni
sociali, il nostro modo di vivere e di lavorare, il nostro essere umani. Gli uffici si sono svuotati, le
strade sono diventate deserte e le pareti delle nostre case sono oggi i confini di questo nuovo,
strano, mondo in cattività.
Il virus che, all’improvviso, ha scombussolato le nostre vite non viene però dal nulla.
Non nasce
dal caso. La scienza, quella stessa scienza a cui ci affidiamo oggi per capire come sia sicuro
muoversi o quando sarà possibile tornare alle attività quotidiane, ci dice che la nostra salute,il
nostro benessere, sono intimamente collegati alla salute dei sistemi naturali, che il genere
umano, con una crescente voracità, sta spingendo verso il punto di collasso, ormai sempre più vicino.
Un rapporto “malato” con la natura
Moltissime ricerche e studi scientifici ci spiegano come
la pandemia sia la conseguenza di un
rapporto “malato” con la natura.
La deforestazione, il commercio illegale di animali selvatici,
l’inquinamento, insieme a modelli di produzione e di consumo drammaticamente insostenibili, alla
mancanza di azioni contro i cambiamenti climatici, ci stanno imprigionando dentro il peggiore degli
incubi, mettendo a rischio, la nostra salute, il nostro benessere e la nostra qualità di vita.
La pandemia che stiamo affrontando è un segnale. Uno dei segnali che insieme a tanti altri la
Terra ci sta mandando e che dovrebbero farci cambiare direzione. Per dirci che non c’è altro tempo
da perdere e che non è possibile rimandare a domani decisioni che, già oggi, appaiono
tremendamente in ritardo. Ma non tutto è perduto.
È venuto il momento di fare pace con la natura e con noi stessi
Di fronte alla crisi, è venuto il momento di fare scelte innovative per razionalizzare l’uso delle
risorse naturali, migliorando i meccanismi di produzione, che devono diventare davvero sostenibili,
e i modelli di consumo, che non possono non essere responsabili.
È venuto il momento che i sistemi naturali e i servizi che essi offrono all’umanità diventino un patrimonio comune.
È venuto il momento di ridurre il “debito naturale” che continuiamo ad accumulare sulle spalle dei nostri
figli.
L’emergenza che stiamo vivendo ha reso evidente la necessità di un cambiamento collettivo a
cui, tutti insieme siamo chiamati a dare il nostro contributo: tornare al passato non è una
opzione percorribile.
Costruiamo insieme il mondo che verrà
Scegliere le priorità per la ricostruzione dipende da noi.
Queste priorità possono guidare la costruzione della nostra società dopo la crisi, a condizione che
noi tutti la prendiamo in consegna:
- azioni immediate e concrete contro la crisi climatica, per la riduzione dell’inquinamento,per trasporti ed energia sostenibili, per la difesa delle aree naturali ancora integre e restauro degli ecosistemi naturali deteriorati dall’uomo;
- la difesa del suolo dall’invasione del cemento;
- l’espulsione dei veleni dall’agricoltura per mettere in sicurezza il cibo che mangiamo e l’acqua che beviamo;
- la cura per il benessere e la salute delle persone, che vengono prima del profitto;
- la difesa degli organi vitali del Pianeta, come le foreste e gli oceani, che sono un patrimonio comune dell’umanità;
- la protezione della biodiversità animale e vegetale, terrestre e marina che sostiene le nostre esistenze e rende la vita sul pianeta meravigliosa.
La maniera in cui oggi affronteremo questa grave crisi prima sanitaria e poi economica, quello che
faranno i governi ma anche le aziende e i cittadini, indicherà la direzione che abbiamo deciso di
percorrere e deciderà del nostro destino comune.
Ora dipende da noi e dalla forza della nostra voce, perché unendo le nostre voci possiamo
chiedere di CAMBIARE per salvare il nostro PRESENTE e costruire il nostro nuovo FUTURO.
Noi siamo le scelte che facciamo!